Lavorare in Team: dalla Redazione Maninalto al Documentario Graffi nel Mondo
Si parla molto di didattica individualizzata, molto meno della creazione di gruppi di lavoro che siano collaborativi e in sintonia. Venendo dall’esperienza aziendale, sono consapevole che questo è un aspetto importante da non sottovalutare. Fondamentale per la resa progettuale, ma anche per la creazione di modelli comportamentali fondanti per la vita stessa.Dare le giuste motivazioni, valorizzare i talenti, lavorare sulla conflittualità: sono tutti aspetti formativi del carattere e del modo di porgersi nelle dinamiche di gruppo. Un team, ben rodato, può avere una forza propulsiva straordinaria. Una forza orizzontale che proviene dal basso, contrapposta alla verticistica concezione del “divide et impera”. Vivere un luogo dove esistono relazioni oneste e sane è, di fatto, piacevole. E la piacevolezza rende felici e attivi.
I progetti che vado qui a presentare si legano a quest’idea di creazione di “gruppi in sintonia”, dove ognuno gioca il proprio ruolo in rapporto alle proprie capacità. Capacità e talenti che si chiariscono e rafforzano nel corso del tempo e che svolgono anche il ruolo di orientamento per attività future.
Redazione Maninalto — imparare l’italiano insieme. Come far interagire studenti italiani e migranti con diversi livelli di competenza nella lingua italiana? La redazione Maninalto fu una sfida per coinvolgere i ragazzi in qualcosa di divertente, ma con grandi risvolti didattici. Il progetto fu realizzato a classi aperte, insieme alle Prof.sse Pandolfi e Di Giovanni. I ragazzi furono, infatti, divisi per gruppo di livello. Il team con migliore fluenza nell’italiano scorrazzava per la scuola allo scopo di realizzare inchieste e interviste. C’era chi scriveva piccole recensioni di libri e film, mentre i ragazzi arrivati da poco si presentavano attraverso il giornale. In sintesi, i giovani aprivano una finestra sul loro mondo e lo facevano imparando e comunicando in italiano, la lingua del loro paese di accoglienza. Tutto veniva scelto insieme, dalla realizzazione del logo alla scelta dei pezzi da impaginare. L’eccitazione e la partecipazione erano palpabili e i ragazzi, felici e motivati, dettero il loro massimo. Questa è la sede opportuna anche per ricordare due ragazzi della redazione che non ci sono più: Andrea Chen e Mazrina. Quando penso a loro, rivedo l’entusiasmo, la gioia, la giovinezza. Fai clic per scaricare il giornale Maninalto
Roma Magistra Artis — lezioni di bellezza e di operatività. Pensare la bellezza e realizzarla. Nell’anno 2007 l’Ufficio Decoro Urbano del Comune di Roma, con l’Associazione Cromiae, aveva lanciato l’iniziativa “Roma Magistra Artis”, rivolta a scuole medie e superiori per favorire la creatività giovanile unitamente all’educazione alla legalità e alla sensibilizzazione per il bene comune. Ispirati dall’esperienza dei “muri legali” che combattevano il vandalismo, attraverso la realizzazione di straordinari murales da parte di writers autorizzati, insieme ai Professori Michele Marinaccio e Nevio Leo decidemmo di aderire al progetto che, nel nostro caso, prevedeva la riqualificazione estetica della scuola.
Furono pertanto realizzate una serie di opere sui muri e le colonne del cortile, luogo-simbolo di incontro e di aggregazione, dopo un lavoro preparatorio sulle tecniche grafico-pittoriche nella storia contemporanea fino ad arrivare al graffitismo contemporaneo. Dall’ideazione dei disegni fino allo sviluppo in grande scala, i ragazzi si concentrarono poi sulla scansione e preparazione del colore: atto simbolico importante per un Istituto a forte presenza multietnica, dove ogni lavoro presentava una sintesi tra forma e contenuto.
I bozzetti riportati sul muro rappresentarono l’idea di nature e architetture, interpretate attraverso l’incontro tra Oriente (Murales sui Monaci) e Occidente (Murales su Roma). Confronto e dialogo tra due mondi, tra diverse religioni nella rappresentazione dei differenti luoghi di culto. A tale scopo, ci parve significativa la realizzazione speculare sui due muri della cupola di San Pietro con le architetture della Città Proibita. A completare la coreografia estetica del portico, la realizzazione di una danza simbolica sul mondo, tratta dall’opera di Matisse. Danzatrici eteree e forti del rosso “matissiano”, estese come figure rampicanti sull’intero corpo delle colonne in armonica disposizione asimmetrica. Una danza, di forte impatto visivo, per unire il mondo in un abbraccio.
Cuori senza Confini — Carte Geografiche come Luoghi dell’Impermanenza. I murales di “Roma Magistra Artis”, in qualità di lavori permanenti, volevano imprimere un segno stabile al porticato della Scuola. Ma, in seconda battuta, si pensò di completare il percorso con altre opere che fossero di coronamento al progetto stesso, opere in qualche modo “itineranti” che dessero il senso del movimento, del viaggio, dell’impermanenza in un luogo reale per il raggiungimento di uno spazio emotivo più vasto. Si è, pertanto, pensato di coprire delle Carte Geografiche logorate e desuete con lavori pittorici ad alto valore simbolico: simboli e architetture delle diverse religioni.
In alcuni casi, le carte rappresentanti l’Italia sono state unite a quelle del mondo, creando così una continuità spazio-temporale tra lo spazio contenitore (l’Italia) ed i luoghi diversi di appartenenza. Continuità, inoltre, di contrapposizione critica tra le figure dell’attuale idolatria consumistica nella rielaborazione delle opere di Keith Haring e gli antichi idoli religiosi. Le carte geografiche “Luoghi/Cuori senza confini” hanno, quindi, rappresentato un tempo lacerato e rigenerato: un serbatoio di parole che riecheggiano all’infinito, galleggiando nella fluidità, nella vita, sull’acqua.
Graffi nel Mondo — un Documentario per testimoniare due anni di lavoro. L’adesione all’iniziativa del Comune di Roma fu entusiastica e impulsiva. Ma non sapevamo che l’iter del lavoro sarebbe stato ampio e ramificato, che il nostro lavoro avrebbe ottenuto articoli di giornali, servizi televisivi e ottenuto il primo premio nella seconda edizione nel Concorso Matteo Ricci: figlio d’Occidente, fratello d’Oriente, bandito dall’Istituto Padre Matteo Ricci per le relazioni con l’Oriente di Macerata.

Per questo, insieme a mia sorella, Mariafrancesca, che aveva filmato il lavoro dei ragazzi, pensammo alla costruzione di un Documentario, coinvolgendo nel progetto anche nostro fratello, Andrea, per la creazione della colonna sonora. Collaborazioni familiari e amicali per sopperire alle scarse risorse. Il montaggio di Barbara Faonio, costruito intorno alle musiche, ha fatto il resto. L’idea era lasciare una testimonianza del lavoro svolto dai ragazzi.
L’attacco di Graffi nel Mondo è il recitato di una poesia di un ragazzo cinese, Enrico Zhou, ispirata a Voyelles di Rimbaud. E’ un incipit-preambolo al mondo di colori che ci aspetta, partendo da un muro scrostato. Il muro del cortile che poi sarà ricoperto con il murales dei Monaci. Ma è tutto il lavoro pittorico a venir documentato, a partire dalla visita della classe alla Rampa Prenestina, coperta nell’arco di una giornata dalle opere dei writers autorizzati che forniscono ispirazione ai ragazzi in procinto di cimentarsi con la loro arte.
La lezione collettiva di Yoga con il maestro Siri Dharam segna uno stacco. Il lavoro partito da una classe si espande e la dimensione del simbolismo spirituale esplode nelle pitture sulle Carte Geografiche. Nuovi confini. Nuovi mondi. Nuove prospettive. Il progetto diventa una catena umana di trasmissione con il coinvolgimento dei bambini delle scuole materne ed elementari nell’atto simbolico del piantare un seme. La cultura ritorna alla natura nella giornata in cui i più grandi aiutano i piccoli a creare i loro vasi di erbe e fiori che poi saranno portati sul terrazzo della scuola.
“I Paesaggi dell’Anima” è la parte finale del documentario. I ragazzi intervistati parlano dei colori delle emozioni. Protagoniste le “Valigie-Opere”, allestite presso il Museo dell’Arte Orientale di Palazzo Brancaccio, perché il tema è quello del Viaggio. Nella performance finale si vedono, infatti, i ragazzi attraversare Piazza Vittorio per recarsi alla Stazione nell’atto di partire. Ognuno reca in mano la sua valigia. A commento le parole delle loro poesie, dei loro pensieri.
A luglio 2010, Graffi nel Mondo è stato poi selezionato e presentato nell’ambito del LAMPEDUSAINFESTIVAL, nella Sezione Migranti Incontro con l’Altro.
Vai alla pagina del documentario su YouTubeLe fotografie negli slider sono di Daniela Pandolfo.