Il giorno della Madonna della Neve (5 agosto) le fiammelle si accendono, borgo Casamale si anima. Triangoli, quadrati, rombi, cerchi in modo degradante costruiscono una prospettiva senza fine
Testo Brunella Marcelli
Somma Vesuviana – Tutto è pronto, ma il borgo è quasi deserto. Si prepara al rito, celebrato ogni quattro anni. La ricorrenza della “Festa delle Lucerne” cade il cinque agosto, giorno dedicato dalla chiesa cattolica alla Madonna delle Neve. Cammino nel caldo torrido, attraverso i vicoli del Casamale, centro antico e cuore pulsante di Somma Vesuviana. Le vie sono addobbate con tanti festoni colorati. Attraverso le loro trame, posso osservare porzioni di cielo terso. Le profondità illusorie create dalle figure geometriche già ci sono. Sono prototipi multipli di triangoli, quadrati, rombi, cerchi posti in modo degradante, a costruire una prospettiva.
“Quando viene accesa la fiammella della prima lucerna, per noi la festa è finita”: mi dice la signora che, amabilmente, mi accoglie nel patio della sua casa per offrirmi ospitalità e un magnifico pranzo. Tutto è nell’attesa, nella preparazione cui partecipa tutta la comunità: un ponte che collega vecchi e giovani, attraverso la tangibile trasmissione di tradizioni remote che si perdono nella notte dei tempi. Molti sono i significati dibattuti rispetto alle origini del culto. A noi giungono echi e suggestioni che ci aiutano a calarci nell’identità di un popolo dedito all’agricoltura, vissuto alle pendici di un vulcano. Non a caso, per alcuni studiosi, la figura del triangolo rimanda alla montagna sacra, capace di tuonare fuoco. Ma è anche un rito agricolo, celebrante la fine del ciclo estivo.
Le fiammelle si accendono. Il borgo si anima. Osservo tra la folla le prospettive e le profondità, moltiplicate dallo specchio. Prospettive senza fine. Dal finito all’infinito: straordinaria illusione ottica. Passaggio dalla vita alla morte. L’illusorietà dell’esistenza stessa. Manichini mascherati, pupazzi caricaturali siedono a banchetto. Alcuni però sono quadri viventi. La tragicommedia dell’esistenza. Di nuovo il rapporto tra finzione e realtà. Sacro e profano si intersecano.
Assisto dall’alto al passaggio della Madonna delle Neve, tra i canti delle donne del balcone accanto. Una fiumana l’accompagna. Regale, con il suo manto azzurro la vedo piano piano scomparire tra la folla. Spesso il culto mariano si sovrappone al culto lunare delle divinità femminili, collegate all’agricoltura. Ci sono così tanti possibili significati da perderci la testa. Anche queste sono prospettive e rimandi infiniti. Come è intricato il mistero della vita stessa.
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