Carte Geografiche come Luoghi dell’Impermanenza. I murales di “Roma Magistra Artis”, in qualità di lavori permanenti, volevano imprimere un segno stabile al porticato della Scuola. Ma, in seconda battuta, si pensò di completare il percorso con altre opere che fossero di coronamento al progetto stesso, opere in qualche modo “itineranti” che dessero il senso del movimento, del viaggio, dell’impermanenza in un luogo reale per il raggiungimento di uno spazio emotivo più vasto. Si è, pertanto, pensato di coprire delle Carte Geografiche logorate e desuete con lavori pittorici ad alto valore simbolico: simboli e architetture delle diverse religioni.
In alcuni casi, le carte rappresentanti l’Italia sono state unite a quelle del mondo, creando così una continuità spazio-temporale tra lo spazio contenitore (l’Italia) ed i luoghi diversi di appartenenza. Continuità, inoltre, di contrapposizione critica tra le figure dell’attuale idolatria consumistica nella rielaborazione delle opere di Keith Haring e gli antichi idoli religiosi. Le carte geografiche “Luoghi/Cuori senza confini” hanno, quindi, rappresentato un tempo lacerato e rigenerato: un serbatoio di parole che riecheggiano all’infinito, galleggiando nella fluidità, nella vita, sull’acqua.