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Molte persone s’innamorano, anche follemente, di qualcuno che non hanno mai visto

Si può amare qualcuno senza averlo mai incontrato di persona? Il Pratiful (la vicenda Prati-Caltagirone), che ha dominato i palinsesti televisivi dello scorso anno, ha scoperchiato un’amara verità. Molte persone s’innamorano, anche follemente, di qualcuno che non hanno mai visto. Amore senza i cinque sensi. Senza l’olfatto. Quanto è importante annusare, sentire l’odore di una persona! Pare che nell’attrazione e nella chimica tra due persone sia fattore importantissimo. In fondo, abbiamo i chakra inferiori in comune con gli animali. Amore senza vista. Può bastare qualche foto in video per innamorarsi? Talvolta un’attrazione può scoppiare al primo sguardo. Amore senza ascolto. Le parole, la voce dell’amato/a sono musica per noi. Amore senza tatto. L’importanza del toccarsi, dalla tenerezza alla sessualità.

Ecco. Si può amare senza tutto questo? Pare di sì! Quando la follia della proiezione mentale aggancia il nostro vuoto emotivo.  L’amore che ha bisogno di vita, di dinamismo, di esperienza, rimane confinato nella masturbazione dei nostri pensieri. E in questo vuoto prolifera l’inganno. Eppure tutti parlano di sesso. Pratiche strane, perversioni e feticismi vari campeggiano dalle riviste. In sintesi, più “lo famo strano” e meglio è. Siamo ora all’estremo di quanto detto prima. Qui, l’incontro con l’altro diventa un ring, una sorta di Fight Club per rianimare i nostri corpi, una specie di palestra dove la naturalezza, talvolta,  può essere sostituita dalla dimensione atletica. Sembra l’opposto, ma registriamo una singolare convergenza. Anche in questo caso, occhieggia il mentale. Per eccitarmi ho bisogno di pratiche estreme. Non mi basta l’incontro con l’altro nella sua semplicità.  Anche questa è una forma di auto-eccitazione. Ma cosa vogliamo sapere dell’altro? C’è veramente questa voglia di incontro?

Quando ero giovane, l’eccitazione mi partiva dal basso. L’urgenza fisica si tramutava in emozione, talvolta incontrollata. E il corto circuito tra l’eccitazione sessuale o l’emotività poteva tramutarsi in malessere o anche in ossessività, quando le cose non procedevano nel verso giusto. C’era squilibrio in tutto questo, malessere e anche sofferenza. La voglia di perdersi in qualcun altro, ma nel contempo la paura. Molti erano gli aspetti conflittuali. Molti i fuochi di paglia. La pratica dello yoga mi ha cambiata. Ho percepito, sin dalle prime lezioni, la possibilità di canalizzare e trasformare il mio quantum energetico. La straordinaria possibilità di poter controllare la sfera sessuale. Ora il desiderio procede al contrario. Il mentale, fatto dall’incontro di anime, genera emozione che può tramutarsi in desiderio. Mi sento come un animale a sangue freddo che lentamente si riscalda. Tutto questo rende liberi.  Nella via del Tantra, la reintegrazione tra le due energie, maschile e femminile, è prima dentro di noi. Pertanto, anche l’incontro con l’altro rientra nella dimensione del sacro, nella spiritualità. Esiste una gradualità progressiva che punta a una reale accensione dell’individuo, a partire dallo sguardo o dalla contemplazione della nudità dell’altro. L’aspetto genitale è alla fine, ma il piacere può essere enorme e diffuso in tutto il corpo. Ma è tutto questo a farci paura. Molto più facile percorrere altre strade.

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