Lampedusa è vento caldo africano e luce meridiana. Aria asciutta e luce accecante che ti colpiscono, appena varchi il piccolo aeroporto. E comprendi che in questa isola puoi avere un altro passo. Lampedusa, spesso al centro della cronaca, è un’isola di solito quieta, frequentata da turisti affiliati che ritornano ogni anno. È un luogo da scoprire con calma, senza fretta. Numerose sono le spiagge e le calette, ben attrezzate. La sabbia bianchissima e il mare dalle sfumature turchesi chiarissime non hanno nulla da invidiare ad ambientazioni caraibiche. Oltre alla nota Spiaggia dei Conigli, c’è molto altro. Durante il giro in barca, stupisce anche la parte di scogliera. Qui, il mare assume toni verde smeraldo e i fondali sono straordinari.
Il paese di Lampedusa si anima la sera, all’ora dei ricchissimi aperitivi, talmente assortiti da poter sostituire la cena. Protagonista il pesce con le sue infinite variazioni. Questa è un’isola di pescatori, a differenza della sorella nera, Linosa, a vocazione agricola. Due sono i porti, quello nuovo su cui spesso si accendono i riflettori a causa degli sbarchi, e quello vecchio. Quest’ultimo ha un fascino unico ed è stato, durante l’ultima permanenza, la mia location preferita.
Lo ricordavo spoglio, abbandonato con le palme mozze, attaccate dal punteruolo rosso. Ora vive una nuova vita, grazie alle palme reimpiantate e cresciute e il bar sulla spiaggia. È un ottimo punto di osservazione, arieggiato, lontano dallo “struscio” di via Roma, dove si concentra gran parte del movimento serale. Al vecchio porticciolo anche di notte si può godere una calma impagabile, osservando il cielo, con i piedi nella sabbia.
Lampedusa ha anche una parte desertica, brulla, dalle tonalità che vanno dal bianco rosato all’ocra, le cui sfumature si accendono quando cala il crepuscolo. Attraversare questa parte è già un’esperienza. È ancora Italia e ti senti ai confini con l’Africa. Anzi, pochi lo sanno, hai già messo i piedi sulla placca continentale africana. Molti vengono qui di sera ad aspettare il tramonto. Vedere la palla rossa inabissarsi in mare dalla scogliera è un rito da non mancare per rinnovare il patto con Madre Natura che in questo luogo la fa ancora da padrona.
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