La visita del Parco acheologico urbano: il centro storico sovrapposto all’area dell’antica città Volcei. La maschera della Gorgone e il corredo femminile della “Tomba degli Ori” nel Museo Archeologico Nazionale “Marcello Gigante”.
Testo e foto: Brunella Marcelli
Buccino (Salerno) – Una scatola contiene la maschera della Gorgone dell’antica città Volcei, simbolo di buona fortuna, di protezione, e passa di mano in mano, di generazione in generazione, attraversando il centro storico di Buccino fino al Museo Archeologico Nazionale “Marcello Gigante”.. Il video promo “Buccino antica Volcei” racchiude il senso di un progetto ampio e complesso finalizzato a mettere in relazione la straordinaria archeologia del territorio con la contemporaneità. Un tessuto connettivo tra passato e presente da valorizzare, da conoscere per far risplendere questo luogo, epicentro nel corso delle epoche di scambi culturali, crocevia di genti, raccordo di strade antiche e itinerari fluviali. Un luogo la cui importanza è stata data nel corso del tempo dalla sua posizione strategica e di controllo sulla bassa valle del Tanagro, sulla Piana del Sele e sul Golfo di Paestum. La sua posizione attuale si presta ad essere inserita in itinerari turistici di rilievo, considerata la sua vicinanza alla costa cilentana, alla Certosa di Padula, alle grotte di Pertosa.
Una storia quella di Buccino fatta di stratificazioni e sovrapposizioni, ben visibile all’interno del Parco Archeologico urbano, un “unicum” che affascina il visitatore che, inoltrandosi nei dedali di vicoli e stradine, può immergersi nel glorioso passato del paese per riemergere nell’abitato attuale. Progetto di archeologia pubblica e partecipata, il Parco nacque dalle ferite del terremoto del 1980. La distruzione riportò alla luce le vestigia di questo importante passato, offrendo la possibilità di una rinascita anche identitaria, data da una ricostruzione sensibile che reintegrasse al suo interno una storia da raccontare, ma soprattutto da vivere.
Scoprire, percorrendolo, che il centro storico di Buccino è perfettamente sovrapposto all’area dell’antica Volcei romana è già una grande sorpresa. Sapere poi che le stratificazioni precedenti possono risalire al III millennio a.C. è qualcosa che lascia il visitatore senza fiato. Ci si muove tra l’alto e il basso, tra la vita quotidiana e un’antichità remota. Una serie di accessi tra portoni e vicoli ci conducono nel sottosuolo ad ammirare strutture e ambienti romani, mosaici, pavimentazioni. Colpisce immaginare questa convivenza quotidiana degli abitanti di Buccino con la loro storia. Ma continuando a salire, sempre attenti alla mappatura dei luoghi salienti dell’antica Volcei, ci ritroviamo sulla sommità dove troneggia il Castello normanno-angioino, esempio delle diverse fasi storiche di questi territori nell’arco di tempo compreso tra il XII e il XIV secolo.
Da questa posizione, godiamo di una vista straordinaria: i tetti del paese su cui spicca la cupola della chiesa di Santa Maria Assunta con il suo campanile dal tetto conico. Ma lo sguardo va oltre fino alle vette dei Monti Alburni con un panorama a 360 gradi. “Il futuro ha un cuore antico”: queste parole dello scrittore e pittore Carlo Levi (1902-1975) calzano a pennello per Buccino che, non a caso, ospita a Palazzo Forcella sempre nel centro storico un museo a lui dedicato con opere pittoriche assai interessanti. Estremamente innovativa è poi l’idea, di reinterpretare l’opera di Carlo Levi e il suo pensiero, attraverso la realizzazione di tombini sulla scalinata del centro storico del paese. Cinque opere musive a cura di giovani artisti di valore.
Questo progetto di valorizzazione e di messa a sistema, anche mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie, trova poi il suo fulcro nel Museo archeologico nazionale Marcello Gigante, luogo che impressiona per la ricchezza dei reperti conservati. Una collezione vastissima che va dalla preistoria all’epoca romana. Entrare nel museo è già un viaggio. All’ingresso si apre alla vista il chiostro degli Eremitani, realizzato nella seconda metà del XV secolo con archi a sesto acuto. Percorrendo questo straordinario vestibolo, prima di entrare nel vivo degli allestimenti, abbiamo modo di ammirare la mostra fotografica “Raccontare il territorio”, frutto di un percorso di esplorazione e di conoscenza portato avanti da dieci giovani talenti coordinati dal fotoreporter Mario Laporta. Entrando nel vivo dell’esposizione museale, rimaniamo colpiti in primis dalla sezione dedicata ai contesti funerari del IV secolo a.C., per la gran parte, rinvenuti nella necropoli in località Santo Stefano, alle pendici del colle ove sorge Buccino. Gli spazi, all’interno del museo, che rimangono impressi in maniera indelebile nella memoria del visitatore sono la sala del banchetto, con lo splendido pavimento a mosaico e il corredo della tomba femminile, denominata “Tomba degli Ori”. In questa stanza, grazie al supporto di un’affascinante animazione multimediale, viviamo in un’esperienza immersiva di grande suggestione.
Ma questo territorio possiede un altro oro, anche questo di grande pregio. Si tratta dell’olio extravergine prodotto dai suoi uliveti. Un prodotto di eccellenza con altissime qualità organolettiche. Assistiamo alle fasi di spremitura presso l’azienda agricola Candela per concludere con una sosta di degustazione presso l’oleificio Isoldi. E’ un olio delicato e armonioso. Al gusto si presenta dolce, ma con note di amaro e piccante perfettamente bilanciate. Anche questo è materiale prezioso per raccontare una sapienza antica che illumina il presente e il futuro.
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